Aspetti psicologici del DMI-D in età evolutiva
Il diabete mellito di tipo 1 è la malattia metabolica più frequente dell’età evolutiva. Lo psicologo ha un ruolo di fondamentale importanza per la corretta gestione della patologia, sia nella fase di comunicazione che in quella terapeutica, riabilitativa e di sostegno al paziente e alla famiglia.
La situazione più difficile da superare è il momento dell’esordio della malattia e della comunicazione della diagnosi. Le emozioni vissute nei momenti iniziali devono essere riconosciute e gestiste correttamente perché sono determinanti per una buona accettazione della malattia e per il successivo sviluppo di capacità di autocontrollo e autogestione.
Il potenziale disagio psicologico è connesso con l’età del ragazzo/a al momento dell’insorgenza del diabete. La percezione della gravità e della cronicità del diabete è infatti connessa con lo sviluppo psicologico e fisico.
La malattia viene percepita e vissuta dal bambino e dall’adolescente come una minaccia, un pericolo per l’integrità psico-fisica.
Nei genitori emergono forti sensi di colpa e responsabilità, divengono ansiosi, sviluppano un senso di impossibilità di azione e di inadeguatezza; talvolta, si vergognano della condizione di malattia del figlio/a, sentono le limitazioni di vita connesse con il decorso della malattia e amplificano le possibili complicanze future.
Atteggiamenti di rifiuto, negazione e banalizzazione sono da evitare perché dannosi e pericolosi.
Studi scientifici relativi alle famiglie con figli che soffrono di malattie psicosomatiche come il DMID hanno dimostrato che i fattori relativi alle dinamiche familiari sono fondamentali nella gestione della patologia.
- 19 Gennaio 2020